La storia della Maison
Una Maison giovane con una storia centenaria...
La storia della Maison
Nel 1914 Jean Patou fonda la Maison che porta il suo nome. Lo scoppio della Prima guerra mondiale lo costringe ad interrompere l’attività. Al ritorno dal fronte, si adopera con successo per rilanciare il marchio. Le sue prime creazioni s’ispirano ai viaggi compiuti nei Balcani e in Oriente. Il giovane stilista è intenzionato a liberare le donne dalla schiavitù di un abbigliamento troppo costrittivo: commercializza abiti senza corsetti, accorcia le gonne, lancia una linea sportiva da indossare in città e un monogramma con le sue iniziali. Si distingue dalle concorrenti Jeanne Lanvin e Gabrielle Chanel, sua grande rivale, per la spiccata visionarietà, la stessa che lo porterà ad eleggere come sua musa la campionessa del tennis Suzanne Lenglen o a disegnare lunghi abiti con profonde scollature sulla schiena proprio mentre è in auge lo stile garçonne. Le sue intuizioni sono giuste: tra il 1919 e il 1924 la Maison vede moltiplicare per trenta il suo fatturato. Celebrità dell’epoca, come Louise Brooks, Joséphine Baker e Mistinguett, vestono Jean Patou.
La sua boutique di rue Saint-Florentin a Parigi attira l’élite e l’alta società. La crisi del 1929 colpisce la Maison proprio mentre apre i battenti a New York. Per rilanciare il marchio, Jean Patou crea “Joy”, il profumo più costoso al mondo. La sua morte per ictus nel 1936 pone fine all’avventura. Dopo lo choc dovuto alla sua scomparsa, la sorella, Madeleine Patou, insieme al marito, Raymond Barbas, prendono le redini della Maison.
Senza il fondatore, il marchio Jean Patou non ha più lo stesso charme. Nel 1954 assume la direzione artistica Marc Bohan. Dopo di lui, si succederanno al timone della Maison i più illustri nomi della moda: Karl Lagerfeld, Michel Goma e, sotto la sua direzione, un debuttante Jean Paul Gaultier, seguiti da Angelo Tarlazzi e Christian Lacroix. Dopo l’uscita di Christian Lacroix, che lascia per avviare la propria casa di moda, la Maison Jean Patou cessa l’attività.
A mantenere vivo il suo nome sono i profumi. “Joy”, uno dei grandi successi commerciali dell’industria profumiera, rimane negli anni una fragranza di riferimento. Dal 2001 al 2011 viene commercializzato dal gruppo Procter & Gamble, prima di passare agli inglesi di Designer Parfums.
Jean Patou è acquisito nel 2018 dal gruppo LVMH, che firma un accordo strategico con Designer Parfums per assumere il controllo della divisione abbigliamento. Sidney Toledano nomina alla direzione artistica Guillaume Henry, affidandogli il compito di rilanciare le linee di prêt-à-porter donna della Maison.
Jean Patou, l’uomo più elegante d’Europa!
Jean Patou, l’uomo più elegante d’Europa!
Nato a Parigi nel 1887 da una famiglia di conciatori della Picardia, Jean-Alexandre Patou, ribattezzato Jean Patou, trascorre un periodo nell’esercito prima di interessarsi alla moda. Il padre lavora come scamosciatore per il settore della pelletteria di lusso, la madre è casalinga. Dopo l’avviamento nel campo della pellicceria, fonda la sua prima casa di moda all’età di 23 anni e nel 1914 lancia un marchio tutto suo a Parigi. La Prima guerra mondiale lo costringe a sospendere l’attività. Tornato dal fronte, dove ha scoperto la bellezza dell’Oriente e dei Balcani, riapre la Maison come azienda di famiglia, insieme ai genitori, alla sorella Madeleine e al cognato.
Dandy degli Anni ruggenti, esteta illuminato dallo stile impeccabile, viaggia in lungo e in largo per l’Europa e gli Stati Uniti, sempre con una sigaretta fra le dita. La stampa americana lo definisce “l’uomo più elegante d’Europa”. Jean Patou è un uomo mondano, ama le feste ed è un assiduo frequentatore di Maxim’s. Organizza lui stesso sfilate serali che talvolta si protraggono fino alle prime ore del mattino. Amante della velocità, assetato di sensazioni forti, è spesso alla guida di auto da corsa, gioca al casinò e sfida il mare aperto su motoscafi da competizione. Un uomo sempre in movimento, sempre proiettato in avanti, Jean Patou.
Negli anni Venti, le donne sentono la necessità di infrangere una concezione del vestire che non le rappresenta più e Jean Patou è dalla loro parte. Il couturier propone un modo nuovo di vivere l’abbigliamento, coniugato con l’idea del divertimento e del relax. In poche parole... La libertà. Vive diverse storie d’amore, con Louise Brooks, con donne dell’aristocrazia europea, senza mai sposarsi.
Nel 1925, anno in cui raggiunge l’apice del successo, apre una boutique a Monte Carlo, che frequenta per il casinò. A Deauville, Cannes e Biarritz, stazioni balneari imprescindibili per le personalità di spicco, vende accappatoi e costumi da bagno fatti su misura e griffati con le sue iniziali: “JP”. Jean Patou partecipa alla nascita di un je ne sais quoi tipicamente francese, spirito che contraddistinguerà negli anni a venire lo stile d’oltralpe.
Muore nel suo appartamento del George V nel 1936, a 48 anni. È un’uscita di scena fulminea, la sua, come la vita che ha vissuto.
Jean Patou, il pioniere!
Jean Patou, il pioniere!
Jean Patou rivoluziona la moda liberando la figura femminile. Disegna abiti che rinnegano il corsetto e inventa l’abbigliamento sportivo in anticipo sui tempi, facendo della campionessa di tennis Suzanne Lenglen la sua prima musa.
Negli anni Venti accorcia gli orli, commercializza una gonna a pieghe da indossare in città e disegna completi in jersey dai motivi geometrici. Stilista visionario, Jean Patou inventa il monogramma, apponendo le sue iniziali sui costumi da bagno in maglia che sfoggeranno così l’emblematico “JP” che caratterizza la Maison.
Un aneddoto racconta meglio delle parole lo spirito del precursore: al centro della sua boutique di rue Saint-Florentin, a due passi da Place de la Concorde, crea il “bar dei profumi”, luogo dove propone cocktail e fragranze di sua invenzione per offrire un’esperienza eccezionale alle clienti e ai relativi consorti.
Jean Patou inaugura anche “Le Coin des riens”, in cui vende accessori atipici a metà strada tra moda e design. Nel 1927 l’abbronzatura diventa chic e Jean Patou inventa l’huile de Chaldée, il primo solare della storia. Un’assoluta novità.
Esteta e amante della letteratura, il couturier francese dà un titolo a ogni suo capo (i cappotti “Il viendra”, “Pour lui”, gli abiti da sera “Belle ténébreuse”, “Vierge folle”, “Candide”) e crea profumi, soprattutto unisex, in collaborazione con Baccarat e Van Cleef, che ne disegnano i flaconi. Sfortunatamente, la crisi finanziaria del 1929 colpisce anche la Maison.
Il successo riportato su entrambe le sponde dell’Atlantico aveva indotto Jean Patou ad aprire una boutique a New York. Nel 1930 tenta di salvare il marchio creando “Joy”, “il profumo più costoso al mondo”, per offrire “qualche goccia di gioia” alle sue clienti. Il suo prezzo proibitivo (il flacone da 30 ml costa l’equivalente di mille euro) lo rende leggendario, come l’uomo che lo ha ideato, Jean Patou.
Patou e gli stilisti prendono il controllo della Maison!
Patou e gli stilisti prendono il controllo della Maison!
Dopo la morte di Jean Patou nel 1936, il testimone creativo della Maison viene tramandato a grandi nomi della moda. Marc Bohan, classe 1926, ha fatto il suo debutto con Jean Patou all’età di 18 anni. Ha proseguito poi per la sua strada, per rientrare nella Maison da direttore artistico. Bohan tiene vivo il mito del marchio dal 1954 fino al 1957. Passa poi alla maison Dior, di cui sarà direttore creativo per i successivi trent’anni.
A Bohan subentra nel 1958 Karl Lagerfeld, cui si devono i memorabili abiti lunghi e fluidi ispirati agli anni Trenta che il nuovo capo stilista crea in omaggio al fondatore. Lagerfeld lascia Jean Patou nel 1963 per dedicarsi alle Maison di prêt-à-porter con cui collabora.
Dal 1963 al 1974 il timone artistico è in mano a Michel Goma, che in questo periodo sviluppa il prêt-à-porter parallelamente alle linee di Haute Couture.
Proprio sotto la direzione di Michel Goma, inizia la sua carriera un giovane Jean Paul Gaultier. Gaultier entra nell’atelier Jean Patou nel 1972 all’età di 20 anni e qui completa il suo apprendistato. Nel 1974, Jean Paul Gaultier inizia a lavorare da Pierre Cardin e Angelo Tarlazzi prende le redini di Jean Patou, subentrando a Michel Goma. I suoi abiti-fazzoletto realizzati con foulard di seta annodati diventano il segno distintivo della sua direzione artistica presso la Maison. Tarlazzi lascia nel 1977 per lanciare un brand tutto suo.
Negli anni Ottanta, durante il suo mandato da Jean Patou, Christian Lacroix infonde nuova vita al marchio. Lo stilista osa con tutti gli abbinamenti, gioca con combinazioni cromatiche inaspettate, dettagli stravaganti (come il celebre abito da sera in taffettà con motivo Toile de Jouy dipinto a mano) e ispirazioni orientali come quelle amate da Jean Patou ai tempi del suo splendore. Nel 1986 riceve il prestigioso premio Dé d’or de la Haute Couture per il lavoro svolto. Nel 1987 la Maison Jean Patou cessa l’attività e Lacroix fonda la casa di moda omonima nell’alveo del gruppo LVMH.